Tutto sta nel nome

spettacolo per la Giornata della Memoria

di e con Francesca Botti

alla chitarra Paolo Marocchio

musiche della tradizione Yiddish e Sefardita.

La bestialità nazista rischia di cancellare un mondo intero, una cultura con la sua tradizione, la sua storia, i suoi libri. Ma c’è chi questo mondo vuole salvarlo. Marcelle, farmacista anarchica, e Padre Pons, prete cattolico, nascondono i bambini ebrei dandogli una nuova identità.

La recitazione semplice ed empatica entra nell’argomento in punta di piedi, senza calcare la mano sulle atrocità dell’olocausto provocando però una riflessione su come tutto ciò possa essere ancora pericolosamente attuale.

Lo spettacolo parla di ragazzi e a loro anche si rivolge. Parla di fili spezzati, di famiglie divise a volte per sempre e della difficoltà e del dolore di ricucire quei rapporti interrotti in maniera così crudele.

Occorre un’Arca, un luogo protetto in cui difendere le differenze che la pazzia sterminatrice di alcuni uomini vuole azzerare. Quel luogo magico e prezioso siamo noi. Ogni bambino, di qualsiasi parte del mondo, nella sua crescita ha un filo che lo lega alle sue radici. Crescendo ognuno di noi percorre la sua strada ma nessuno ha il diritto di interrompere quel legame che ci rende speciali e diversi uno dall’altro.